Teorie psicologiche e filosofiche

Nel seguito sono riassunte le idee principali di teorie psicologiche e filosofiche a cui ho attinto per costruire la Psicologia dei bisogni.

 

Teoria struttural-dialettica (teoria dei bisogni intrinseci)

Luigi Anèpeta

I disturbi psicopatologici sono espressivi di conflitti psicodinamici che si generano e agiscono prevalentemente a livello inconscio. Il modello struttural-dialettico riconduce i conflitti ad una scissione del patrimonio di bisogni intrinseci, geneticamente determinati, che rappresentano i programmi che sottendono l'evoluzione e l'organizzazione della personalità umana. La teoria dei bisogni intrinseci rappresenta il piedistallo su cui si edifica il modello struttural-dialettico. Essa muove dal presupposto per cui la natura umana si origina a seguito di un'evoluzione che, ad un certo punto, nel passaggio all'uomo, fa confluire in uno stesso patrimonio genetico due diverse linee evolutive: quella degli animali sociali, come le scimmie, che vivono in gruppo e in una perpetua interazione faccia a faccia con il simile, e quella degli animali solitari, come alcuni felini, che, al di fuori del periodo estrale e dell'allevamento dei piccoli, non manifestano alcun bisogno di condividere la loro esperienza con i simili. L'uomo ha una doppia natura: animale radicalmente sociale, egli è anche predisposto per raggiungere un'identità individuale che lo differenzia da tutti gli altri e gli consente di potersi raccogliere e comunicare con se stesso. Può vivere, insomma, e di fatto vive in società, ma ha anche bisogno di sentirsi libero, autonomo e, in una qualche misura, padrone di se stesso. Laddove si realizza una situazione conflittuale, la terapia dialettica si pone come obiettivo quello di recuperare il potenziale dei bisogni, rimasto intrappolato nel conflitto stesso in maniera tale da riavviare l'evoluzione laddove essa si è interrotta. [Fonte]
 

Interazionismo simbolico

George H. Mead

Gli esseri umani agiscono nei confronti delle "cose" (oggetti fisici, esseri umani, istituzioni, idee...) in base al significato che attribuiscono ad esse. Il significato attribuito a tali oggetti nasce dall'interazione tra gli individui ed è quindi condiviso da questi (il significato è un prodotto sociale). Tali significati sono costruiti e ricostruiti attraverso un "processo interpretativo messo in atto da una persona nell'affrontare le cose in cui si imbatte". La mente si forma grazie all'apprendimento, da parte dell'individuo, dei processi di interazione sociale nei quali è coinvolto sin dai primi anni di vita. Il Sé si forma solamente grazie al modo in cui il soggetto ritiene di essere giudicato dagli altri. L'azione sociale viene regolata e guidata dal significato che gli individui conferiscono alla situazione in cui vengono a trovarsi. Il linguaggio è il principale mezzo di comunicazione dei simboli, dei significati, ecc. L'azione non è una risposta fissa allo stimolo, ma si forma un passo alla volta nel corso del suo sviluppo. [Fonte]
In sintesi: la mente si costruisce attraverso le interazioni sociali, come strumento per gestire le interazioni sociali.
 

Teoria sistemico- relazionale (cibernetica, "ecologia della mente")

G. Bateson

La psiche è un sistema aperto di agenti autonomi, ovvero una “complessità organizzata”. Necessità di un approccio ecologico globale che includa gli agenti mentali. L’Uomo ha un assoluto bisogno di interagire con il mondo esterno e in particolare con altri esseri umani. L'informazione (ovvero "la differenza che fa la differenza") è alla base della vita e delle interazioni tra esseri viventi o organi di esseri viventi, a tutti i livelli.
Il disagio mentale è quasi sempre legato a problemi relazionali, i quali devono essere oggetto dell’analisi terapeutica. La teoria batesoniana del doppio vincolo (per spiegare le schizofrenie) può essere usata estensivamente per spiegare tutti i disagi e disturbi mentali come causati dalla frustrazione di bisogni primari dovuta ad un conflitto tra di essi.
Concordemente con la "Semantica generale" di Alfred Korzybski, possiamo supporre che molti disturbi mentali siano dovuti alla confusione tra "mappa" e "territorio" e ad una incapacità di pensare con riferimento a contesti e tipi logici non rigidamente definiti ma variabili a seconda delle circostanze.
 

Epicureismo

Epicuro, Lucrezio

"Per gli epicurei la felicità è piacere e il piacere può essere in movimento (gioia) o stabile, catastematico (assenza di dolore). Soltanto la totale assenza di dolore (aponia) e di turbamento (atarassia) sono eticamente accettabili e dunque 'bisogni naturali' (per esempio la fame). La limitazione qualitativa e quantitativa dei piaceri è il problema stesso della virtù etica, in quanto segno evidente della condizione umana. Proprio per questo i piaceri si dividono in naturali necessari (per esempio il mangiare), naturali non necessari (come il mangiare troppo) e vani, cioè né naturali né necessari (ad esempio, l'arricchirsi): i primi devono essere assecondati, i secondi possono essere concessi ogni tanto, mentre i terzi devono essere assolutamente evitati." [Da Wikipedia]

Idee principali dell'epicureismo:
  • Il mondo è fatto di atomi (sempre esistiti) immersi nel vuoto, in particolari combinazioni variabili che costituiscono gli oggetti, che obbediscono a leggi deterministiche con certi margini di casualità.
  • Gli stimoli sensoriali sono prodotti da "simulacri" degli oggetti percepiti (pellicole di atomi con la stessa forma degli oggetti di provenienza) che colpiscono gli organi di senso.
  • Sulla base delle esperienze (sensazioni) passate possiamo prevedere (anticipare) ciò che può avvenire in futuro a parità di condizioni.
  • Da comuni "atomi linguistici" che ogni umano possiede, si formano diversi linguaggi attraverso convenzioni sociali, per esprimere concetti razionali universali. Non esistono lingue "barbare".
  • La conoscenza della natura è possibile solo attraverso modelli di pensiero semplificati (teorie, canoni, regole) verificabili sperimentalmente.
  • L'etica deve mirare alla riduzione e all'evitamento del dolore più che alla ricerca del massimo piacere.
  • Anche l'anima (come il corpo) è composta da atomi che si disperdono con la morte dell'individuo. Pertanto non c'è motivo di temere la morte stessa, dato che quando essa arriva l'individuo non c'è più.
  • Gli dei non intervengono nelle vicende umane.
  • La felicità consiste nell'assenza di paure e di desideri di cose superflue.
  • La filosofia dovrebbe servire ad alleviare sofferenze e ad ottenere la felicità attraverso la rimozione di errori della mente e idee fallaci.
  • Il sommo bene è il piacere "statico" (durevole), non quello "dinamico" (passeggero).
  • L'amicizia (intesa come solidarietà) è una delle fonti principali di felicità.
 

Psicologia umanistica (Terza forza)

A. H. Maslow, C. Rogers, R. W. Emerson, J. L. Moreno, K. Lewin, J. Haley, G. Bateson, E. Fromm

Nota: Il termine terza forza denota il fatto che la psicologia umanistica si propone come orientamento alternativo alle due principali forze della psicologia clinica, ovvero la psicologia dinamica e la psicologia cognitivo-comportamentista.

La psicologia è un mezzo per migliorare la condizione umana sia a livello personale che sociale; l’individuo è responsabile della sua formazione personale e autorealizzazione. Importanza fondamentale dei bisogni umani. Anticonformismo e relativismo culturale. L’individuo come terapeuta di se stesso. Importanza dei bisogni di individuazione e sociali. Ricerca del cambiamento. Insofferenza nei confronti del pensiero psicologico e filosofico di tipo accademico che si è dimostrato spesso astratto e lontano dalla vita concreta. L’uomo non è solo guidato da spinte ambientali o istintuali di fronte a cui non ha la capacità e la volontà sufficiente per scegliere il proprio comportamento, ma è mosso anche da una spinta interiore verso l’autorealizzazione. Il terapeuta è un alleato che accompagna il cliente nella comprensione del significato che lo stesso dà al proprio vissuto, e lo aiuta a fare chiarezza nelle tematiche esistenziali al fine di operare delle scelte consapevoli.
 

Analisi transazionale

Eric Berne

I tre stati dell’io (bambino, adulto e genitore) corrispondono al bisogno di libertà, all’io cosciente e al bisogno di appartenenza (ovvero al super-io). Le transazioni che avvengono nelle interazioni umane esprimono tattiche e strategie di soddisfazione di bisogni primari e secondari. La “guarigione” coincide con il potenziamento dell’io adulto, che coincide con un potenziamento dell’io cosciente e una sua maggiore capacità di gestire i conflitti tra bisogni. Il “problem solving” consiste nell’individuare con precisione e chiarezza i propri desideri e bisogni, ed agire in modo adeguato (cioè da adulto) per la loro soddisfazione. Il “copione” consiste nel perseguimento ripetitivo di strategie di soddisfazione dei bisogni sviluppate durante l’infanzia.
 

Funzionalismo, Pragmatismo

W. James, C. S. Peirce, I. M. Cattell, H. Münsterberg, G. H. Mead, J. M. Baldwin, C. H. Cooley, J. R. Angell

Una teoria o tecnica psicologica ha valore solo se permette di conseguire dei miglioramenti per l’essere umano. La conoscenza ha significato solo per la sua efficacia pratica e per la sua capacità di risolvere i problemi in cui si applica. Infatti la fonda la sua validità sulla sua efficacia nell’aiutare l’individuo a soddisfazione i suoi bisogni primari nel modo migliore. La realtà modellata nella psiche è funzione dei rapporti dell’individuo col mondo esterno e delle possibilità di soddisfare i suoi bisogni attraverso le interazioni con altri individui.
 

Epistemologia della complessità

Edgar Morin

Il solo approccio analitico è insufficiente per capire le problematiche umane; è necessario integrarlo con un approccio sistemico. Un sistema complesso non può essere compreso mediante il solo esame delle sue componenti studiate separatamente. Infatti, le cause di un problema complesso in un sistema non sono individuabili nelle parti dello stesso, ma nell'interazione tra le parti. Il "comportamento emergente" di un sistema è più della somma dei comportamenti delle sue parti.
 

Empirismo

J. Locke, G. Berkeley, D. Hume

La personalità si forma attraverso sensazioni ed esperienze. Attraverso i percettori di forme reali e virtuali l’individuo acquisisce informazioni in base alle quali i suoi agenti mentali inconsci sviluppano strategie comportamentali atte alla soddisfazione dei bisogni.
 

Associazionismo

J. Locke, G. Berkeley, D. Hume, James Mill, John Stuart Mill, A. Bain

Ogni idea conscia o inconscia tende a richiamare automaticamente una serie di altre idee ad essa collegate secondo catene associative determinate dalle esperienze. Le sensazioni, combinate tra di loro, danno luogo alle mappe mentali cognitive ed emotive che organizzano le nostre idee. Ogni idea complessa è il risultato dell’aggregazione di idee più semplici. Le idee si associano secondo criteri come la somiglianza (analogia), contiguità (vicinanza) e rapporto di causa-effetto. Tali associazioni sono utilizzate dagli agenti inconsci nello sviluppo delle strategie di soddisfazione dei bisogni.
 

Romanticismo

J. J. Rousseau, I. Kant, J. G. Fichte, F. Schelling, F. Herbart, A. Schopenhauer, W. v. Goethe, G. Leopardi, R. Wagner, G. Byron, U. Foscolo, F. v. Schiller, V. Alfieri, L. v. Beethoven

I bisogni di individuazione come pure i bisogni sociali esprimono esigenze tipiche dello spirito romantico. Lo stesso vale per il riconoscimento della supremazia delle forze irrazionali (inconsce) su quelle razionali (consce). I sentimenti e le passioni, che i romantici considerano i valori umani più importanti, permettono di valutare il grado di soddisfazione dei bisogni primari e spingono l’individuo a soddisfarli.
 

Analisi psicologica

F. Herbart, K. Reichenbach, W. Carpenter, H. Taine, M. Benedikt, T. Ribot

La psiche è intesa come gioco di energie tra processi inconsci che condizionano la coscienza e il comportamento (concezione psicodinamica). L’inconscio prevale sul conscio. La libido è una forza psichica (corrispondente all’insieme dei bisogni primari) che determina, a seconda del suo grado di soddisfazione, la salute e la malattia, sia fisica che mentale. Si può parlare direttamente all’inconscio attraverso una comunicazione suggestiva, per orientarlo verso un miglioramento terapeutico. Cariche affettive conflittuali possono relegare ad un livello inconscio i ricordi dolorosi.
 

Strutturalismo

W. M. Wundt, E. B. Titchener

La psiche è vista come sistema organizzato di elementi semplici. L’introspezione (auto-osservazione) disciplinata e controllata è utile per analizzare sensazioni, percezioni, sentimenti, emozioni, immagini mentali, idee.
 

Evoluzionismo

C. Darwin, H. Spencer

Importanza dei fattori genetici (come i bisogni primari). Mutazioni genetiche per spiegare le differenze di intensità dei diversi bisogni primari da persona a persona.
 

Psicoanalisi (Psicologia dinamica o del profondo)

S. Freud

Dualismo conscio-inconscio, prevalenza dell'inconscio sul conscio ("l'io non è padrone in casa sua"), pulsioni come effetto di bisogni primari che servono alla conservazione della specie, psicoterapia come suggestione basata sulle parole, capace di riattivare collegamenti cognitivi ed emotivi rimossi. Presenza del Super-io come "demone" ovvero agente autonomo curatore del bisogno di appartenenza sociale. Principio del piacere = spinta a soddisfare i propri bisogni primari.
 

Psicologia analitica

C. G. Jung

Dualismo io-inconscio. Corrispondenza tra Inconscio collettivo e forme dell'appartenenza sociale. Il processo di individuazione (=autorealizzazione) consiste nel portare alla coscienza e accettare i contenuti rimossi dell’inconscio. Importanza dei simboli, delle metafore e dei miti per stimolare e far esprimere l’inconscio e le sue problematiche.
 

Psicologia individuale

A. Adler

Importanza del bisogno primario di stabilità e sicurezza, del contesto sociale e delle strategie di relazione con gli altri. Alcuni bisogni secondari sono sviluppati dagli agenti inconsci come mezzi per compensare inferiorità fisiologiche e diventare più competitivi. Il disagio mentale è dovuto ad una strategia sociale o stile di vita inadeguati.
 

Psicologia dell'inibizione

Henri Laborit

Il comportamento umano è fortemente influenzato dalla necessità di evitare il dolore e di cercare piacere. Quando le persone si trovano in situazioni di stress o di conflitto in cui non possono né combattere né fuggire, possono sviluppare una serie di risposte fisiologiche e comportamentali negative, come la depressione. Importanza dell'ambiente sociale e culturale nel plasmare il comportamento e le emozioni. Il comportamento umano è determinato dall'interazione tra due forze opposte: l'azione e l'inibizione. L'azione è un impulso naturale dell'uomo, che lo spinge a soddisfare i propri bisogni e desideri. L'inibizione, invece, è una forza che limita l'azione, impedendo all'individuo di compiere comportamenti che potrebbero risultare dannosi o pericolosi. L'equilibrio tra azione e inibizione è fondamentale per la salute mentale e fisica dell'individuo. Un'inibizione eccessiva può portare a disturbi psicosomatici, come ansia, depressione e malattie cardiovascolari. Un'azione eccessiva, invece, può portare a comportamenti aggressivi e distruttivi.
 

Psicanalisi Lacaniana

J. Lacan

L’inconscio è strutturato come un linguaggio. Da ciò l’importanza della scelta e dell’uso delle parole nella psicoterapia.
 

Comportamentismo

I. Pavlov, B. F. Skinner, J. B. Watson, E. L. Thorndike, C. Hull, E. Hilgard, H. J. Eysenck, J. Wolpe

Importanza del condizionamento e dell’analisi delle risposte agli stimoli. L’essere umano è una specie di macchina automatica con interferenze da parte della coscienza, del linguaggio e dei sentimenti. Importanza del feed-back. Le variazioni nelle personalità individuali sono variazioni nelle storie di apprendimento. Le patologie sono il prodotto di un apprendimento inadeguato alla soddisfazione dei bisogni primari, e richiedono un ri-condizionamento dell’individuo a comportamenti adeguati che sostituiscano quelli inadeguati precedentemente appresi.
 

Psicologia della forma (Gestaltpsychologie)

F. Brentano, C. v. Ehrenfels M. Wertheimer, K. Koffka, W. Köhler, K. Lewin, F. Perls, F. Heider, W. Metzger, R. Arnheim, S. Asch

Importanza delle percezioni e del riconoscimento soggettivo di forme in base alle esperienze personali. Relazione tra le forme percepite e la soddisfazione dei bisogni primari e secondari, ovvero, le percezioni possono determinare i comportamenti e la sensazione dello stato di soddisfazione dei bisogni. Importanza di un approccio olistico e fenomenologico. Importanza dell’isomorfismo, cioè della corrispondenza di struttura tra il mondo fisico e il mondo psichico. La psiche contiene un modello del mondo esterno (più o meno fedele alla realtà), sulla base del quale vengono sviluppati bisogni secondari e strategie di soddisfazione. Importanza della “pregnanza” che spinge l’individuo a percepire in modo completo e significativo forme incomplete ed ambigue.
 

Cognitivismo

G Boole, A. Turing, C. Shannon, N. Chomsky

L’essere umano viene visto come un computer, con input, elaborazione delle risposte e output, secondo algoritmi comportamentali sviluppati nel corso delle esperienze. Importanza del feed-back per modificare gli algoritmi comportamentali.
 

Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)

A. Beck, A. Ellis, J. Wolpe, A. Bandura, A. Lazarus

Approccio eclettico che include principi del comportamentismo e del cognitivismo.
 

Psicologia relazionale

S. Mitchell, S. Ferenczi, E. Fromm, H. Sullivan, J. Benjamin

Importanza delle relazioni e interazioni dell’individuo con gli altri, analisi della compatibilità dei rispettivi bisogni. Importanza dei bisogni sociali.
 

Semantica generale

A. Korzybski

Gli esseri umani sono limitati nelle loro conoscenze dalla struttura del loro sistema nervoso, e dalla struttura dei loro linguaggi. Gli esseri umani non possono sperimentare il mondo direttamente, ma solo attraverso le loro astrazioni (impressioni non verbali, che derivano dal sistema nervoso, e indicatori verbali derivati ed espressi dalla lingua).
A. K. ci aiuta a mettere in discussione il nostro modo di pensare e ad evitare le trappole in cui esso cade frequentemente, specialmente nell’uso del verbo “essere” quando non è definito il contesto e il livello logico al quale una espressione fa riferimento, per cui il suo significato non può essere definito pur dando luogo a particolari "reazioni semantiche".
Un errore cognitivo molto comune è la confusione tra \“mappa” e “territorio”. Per evitare tale errore è necessario sviluppare la "coscienza dell'astrarre" (consciousness of abstracting) e dei “tipi logici”. La semantica generale di A. K. ci mette inoltre in guardia contro la logica aristotelica, quando essa dice che, se una affermazione è vera, il suo contrario non può esserlo (“tertium non datur”). Korzybski ci invita ad usare una logica “non aristotelica” in cui vengono dialetticamente considerate realtà apparentemente contraddittorie i cui termini possono essere entrambi veri a seconda delle circostanze e dei contesti logici di riferimento.
Molti disturbi mentali possono essere dovuti alla confusione tra "mappa" e "territorio" e ad una incapacità di pensare facendo riferimento a contesti e tipi logici non rigidamente definiti ma variabili a seconda delle circostanze.
 

Pragmatica della comunicazione umana

P. Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson

Nell'omonimo testo, la comunicazione umana viene analizzata secondo i seguenti cinque assiomi:
(1) Non si può non comunicare; infatti, anche il silenzio costituisce un messaggio, a cui vanno aggiunti i gesti che vengono interpretati in qualche modo da chi li percepisce;
(2) la comunicazione avviene a due livelli: quello del contenuto e quello della relazione tra le parti (desiderata, affermata o rifiutata) implicita nel messaggio;
(3) in caso di conflitti, la comunicazione viene analizzata e interpretata secondo una certa punteggiatura, ovvero assumendo un messaggio iniziale sgradito a cui segue un messaggio di reazione anch'esso sgradito; talvolta non vi è accordo su quale sia il messaggio sgradito inziale;
(4) la comunicazione può essere analogica (metaforica) o numerica (digitale, logica, fattuale)
(5) La comunicazione può essere simmetrica o complementare; in quella simmetrica le parti si pongono come pari, in quella complementare una parte assume una posizione dominante rispetto all'altra.
La pragmatica della comunicazione è utile per comprendere e migliorare la comunicazione e quindi l'interazione tra persone.
 

Teoria della quadruplice comunicazione

F. Schulz von Thun

Il modello di comunicazione interpersonale di F. Schulz von Thun analizza i messaggi scambiati tra due persone secondo quattro ditinti piani:
  • contenuto: di che cosa si tratta? (chi parla espone dei fatti);
  • relazione implicita (chi parla presuppone implicitamente un rapporto paritario o la sua dominanza o sottomissione rispetto all'altro);
  • auto-rivelazione (chi parla rivela implicitamente qualcosa di sé, del suo stato d'animo o dei suoi problemi);
  • richiesta (chi parla chiede implicitamente all'altro di fare on non fare certe cose).
 

Teoria della dissonanza cognitiva

L. Festinger

Una persona che abbia idee o comportamenti incoerenti subisce un disagio emotivo che lo spinge a superare l'incoerenza in uno dei seguenti modi:
  • abbandonando o correggendo le idee e i comportamenti contraddittori fino a renderli logicamente ed emotivamente compatibili
  • alterando la percezione cognitiva di idee o comportamenti contraddittori in modo da renderli logicamente ed emotivamente compatibili con le altre idee e comportamenti, arrivando a falsificare la realtà.
 

Teoria del desiderio mimetico

René Girard

Noi imitiamo dagli altri i nostri desideri, le nostre opinioni, il nostro stile di vita.
Chi imitiamo esattamente? Imitiamo le persone che stimiamo e rispettiamo, mentre contro-imitiamo le persone che disprezziamo, cioè cerchiamo di fare il contrario di ciò che fanno loro e sviluppiamo opinioni opposte. Quindi il nostro comportamento è sempre un'imitazione, perché è sempre in funzione dell'altro, nel bene come nel male. I tipici modelli che si presentano nella vita di un uomo sono per esempio i genitori, il miglior amico, il leader del gruppo, la persona amata, un politico, un cantante, una guida spirituale o anche la massa in generale.
Perché imitiamo gli altri? Il nostro desiderio è sempre suscitato dallo spettacolo del desiderio di un altro per il medesimo oggetto: la visione della felicità dell'altro suscita in noi (che ce ne rendiamo conto oppure no) il desiderio di fare come lui per ottenere la stessa felicità, o, ancora più intensamente, suscita in noi il desiderio di essere come lui. I desideri delle persone che stimiamo ci "contagiano". Pertanto l'oggetto del desiderio assume un valore del tutto relativo e funzionale solo per il raggiungimento della stessa condizione dell'altro.
Ma allora siamo burattini senza libertà? No. L'imitazione è la base della nostra capacità di apprendimento (si pensi ai bambini); senza di essa non sarebbe possibile la trasmissione della cultura, l'apprendimento del linguaggio, ecc. L'uomo è ciò che è perché imita intensamente i suoi simili. Dal desiderio mimetico viene tutto il meglio e il peggio (come vedremo) dell'essere umano. L'imitazione infatti non si deve intendere come processo passivo (come in Platone) e depersonalizzante, ma come attività potentemente creativa. Tutto ciò significa che il rapporto tra soggetto e oggetto non è diretto e lineare, ma è sempre triangolare: soggetto, modello, oggetto desiderato. Al di là dell'oggetto, è il modello (che Girard chiama «il mediatore») che attira. In particolare, a certi stadi di intensità, il soggetto ambisce direttamente all'essere del modello. Per questo, René Girard parla di desiderio «metafisico»: non si tratta assolutamente di un semplice bisogno o appetito, perché «ogni desiderio è desiderio d'essere», è aspirazione, brama di una pienezza attribuita al mediatore.
[Fonte]
 

Analisi bioenergetica

A. Lowen, W. Reich

Esistono continue relazioni e interazioni tra tensioni psicologiche e tensioni somatiche. Le tensioni muscolari croniche rappresentano la controparte fisica di conflitti psichici tra bisogni; attraverso di esse i conflitti si strutturano nel corpo sotto forma di restrizione del respiro e limitazione della motilità. Esiste una corazza muscolare che corrisponde alla resistenza al cambiamento psicoterapeutico (corazza caratteriale) e ad una protezione contro il dispiacere. La frustrazione sessuale è centrale nell’eziologia delle nevrosi. La guarigione dal disagio psichico corrisponde ad una ritrovata capacità generale ed ampia di provare piacere
 

Terapia breve strategica

P. Watzlawick, G. Nardone, F. Alexander D. Fisch J. Weakland

La psicoterapia dovrebbe studiare l'ambiente del paziente, non solo il paziente, ed avere un approccio "problem solving", con prima una definizione del problema (l'insoddisfazione di un bisogno primario) e poi la ricerca di una soluzione (correzione della strategia di soddisfazione). Il terapeuta dovrebbe porre domande al paziente per aiutarlo a determinare quali siano i suoi problemi e le relative cause. Nella psicoterapia ci dovrebbe essere una fase in cui il paziente, con l'aiuto del terapeuta, si pone degli obiettivi terapeutici e definisce una strategia per raggiungerli, che può comportare anche "compiti a casa". Il terapeuta può indurre il paziente ad escogitare comportamenti paradossali al fine di provocare un effettivo cambiamento nella vita del paziente, anche nelle persone con cui esso interagisce. La terapia cerca di creare una "esperienza emozionale correttiva". Cioè si fa in modo che il paziente, attraverso l'applicazione di nuove strategie prescritte razionalmente (anche fuori delle sedute terapeutiche), possa fare nuove esperienze che possano fare sentire la realtà in maniera diversa da come è stata sempre percepita, ponendo le basi per la risoluzione del suo problema. Strategie e stratagemmi terapeutici uniti a tecniche di comunicazione suggestiva (anche mediante informazioni registrate) vengono utilizzati per diminuire le resistenze al cambiamento.
 

Terapia centrata sul cliente

C. Rogers

La Terapia Centrata sul Cliente si basa sull'importanza della relazione terapeuta-cliente, enfatizzando accettazione, comprensione e autenticità. I principi chiave includono la considerazione positiva incondizionata, che incoraggia l'accettazione totale del cliente senza giudizio; l'empatia, per comprendere profondamente i sentimenti e i pensieri del cliente; e la congruenza, che richiede al terapeuta di essere genuino e trasparente. Questo approccio non direttivo permette al cliente di guidare il processo di terapia, esplorando i propri pensieri e sentimenti con il sostegno del terapeuta che facilita l'autoscoperta e la crescita personale mediante l'ascolto attivo. L'obiettivo è aiutare il cliente a raggiungere l'autorealizzazione, diventando più aperto all'esperienza, fiducioso in sé e capace di vivere in modo congruente con i propri valori. La Terapia Centrata sul Cliente pone il cliente al centro del processo terapeutico, enfatizzando la capacità intrinseca di ogni individuo di affrontare le proprie sfide e promuovere la propria crescita personale.
 

Psicoterapia comportamentale razionale-emotiva (Rational Emotive Behaviour Therapy -- REBT)

A. Ellis, W. Dryden

Un individuo non è influenzato emotivamente da oggetti o eventi a lui esterni come sono oggettivamente, ma da come esso li percepisce (consciamente e inconsciamente). Tale percezione, che dipende anche dagli agenti inconsci, potrebbe essere inadeguata per la soddisfazione dei bisogni primari. Al paziente viene chiesto di fare anche esercizi terapeutici da solo al di fuori delle sedute col terapeuta, che includono attività di desensibilizzazione basate sul fronteggiamento (confronting) delle cose di cui ha paura. Importanza delle emozioni e delle difficoltà nel presente, piuttosto che di quelle del passato. Il terapeuta aiuta il paziente a mettere in discussione i suoi bisogni secondari e le sue strategie di soddisfazione. Il pensiero, i sentimenti e il comportamento sono strettamente correlati.
 

Teoria delle relazioni oggettuali

M. Klein, D. Winnicott

Non esistono pulsioni senza oggetti. Gli agenti inconsci sono deputati a definire, individuare e riconoscere gli oggetti delle pulsioni, cioè dei bisogni. Tali oggetti (corrispondenti ai bisogni secondari) possono essere di diverso livello di intermediazione rispetto ai bisogni primari, più o meno complessi, reali o simbolizzati, esterni o interiorizzati. Il disagio psichico può essere causato da una madre che non ha risposto in modo soddisfacente ai bisogni del bambino.
 

Psicologia positiva

M. Seligman, A. Maslow

Necessità di indagare e rendere consci non solo gli aspetti negativi (cioè controproducenti) della psiche, ma anche le potenzialità positive di ogni individuo e tutto ciò che può aumentare il suo benessere grazie all’effetto di qualcosa di positivo, oltre che (o piuttosto che) eliminando o correggendo qualcosa di negativo. E’ perciò importante l’individuazione e valorizzazione dei punti di forza, virtù, talenti, fonti di piacere e benessere, esperienze e relazioni positive del paziente. Importanza del concetto di felicità come obiettivo da raggiungere nella misura più elevata possibile. Lo studio di cosa rende felici gli individui e provoca in loro emozioni positive è molto utile per valutare la validità dei bisogni secondari di un individuo.
 

Costruttivismo, Psicologia dei costrutti personali

G. Kelly, G. H. Mead, J. Piaget, H. Maturana, K. Lewin, G. Bateson, L. Wittgestein, E. v. Glasersfeld, P. Watzlawick

La vita e il benessere di un individuo dipendono dalle sue interazioni con gli altri. La realtà come un individuo la conosce e la vive è una “costruzione” che è avvenuta e si evolve nella sua mente. Una persona è diversa dall'altra non solo perché ha vissuto esperienze o ha affrontato eventi diversi, ma, soprattutto, perché attribuisce un diverso significato alle stesse esperienze e agli stessi eventi. Le interazioni umane sono espressione dei costrutti personali, cioè delle costruzioni di significato con cui ogni persona si confronta con il suo mondo. La rappresentazione personale della realtà ha, di conseguenza, un ruolo determinante nella percezione di benessere e nella genesi e nel mantenimento del disagio psicologico. I significati hanno matrice sociale, e le relazioni intersoggettive sono centrali nella formazione e nello sviluppo dell’identità. La persona è un sistema auto-organizzato e responsabile delle proprie scelte. L’obiettivo psicoterapeutico, che viene pattuito con il paziente, è l’individuazione e la sperimentazione di prospettive e azioni che promuovano un cambiamento efficace nella direzione di una maggiore consapevolezza e di una migliore capacità decisionale (attraverso un adeguamento dei propri costrutti cognitivi ed emotivi rispetto alla realtà).
 

Teoria dell’attaccamento (o del deficit parentale)

J. Bowlby, A. Miller, A. Vitale

Il disagio mentale di un adulto può essere conseguenza della insoddisfazione, sofferta quando era neonato e bambino, del suo naturale bisogno di attaccamento (verso la madre o altro caregiver), che è geneticamente determinato. Tale bisogno subisce evoluzioni e cambiamenti di oggetto nel corso della vita e la sua soddisfazione è sempre importante per la salute mentale.
 

Psicologia e psicoterapia esistenziale

R. D. Laing, E. v. Deurzen, O. Rank, L. Binswanger, R. May, M. Boss

I conflitti interni alla persona sono dovuti al suo confrontarsi con quattro dati fondamentali dell'esistenza: inevitabilità della morte, libertà e conseguente responsabilità morale, isolamento di ogni individuo, mancanza di senso; Questi dati costituiscono l'origine di tensioni e paradossi prevedibili che possono essere suddivisi in quattro dimensioni esistenziali: fisica, sociale, personale e spirituale. Sebbene gli individui siano essenzialmente soli al mondo, essi hanno un forte bisogno di essere interconnessi. Ognuno vorrebbe significare qualcosa nella vita degli altri, ma deve rassegnarsi all’idea che non può dipendere dagli altri per la propria validazione, e che deve sostanzialmente accettare la propria solitudine. In altre parole, l'uomo deve trovare in se stesso la propria validazione. Il disagio psichico consiste nel rifiuto di accettare i dati dell’esistenza (morte, libertà, isolamento e insensatezza). Scopo della terapia esistenziale è aiutare il paziente ad affrontare con coraggio i problemi esistenziali e ad accettare la condizione umana assumendo piena responsabilità per le proprie libere scelte e facendo della propria vita un'avventura creativa.
 

Terapia cognitivo- analitica (Cognitive Analytical Therapy -- CAT)

A. Ryle, A. L. Brown, L. S. Vygotsky

Combinando concetti provenienti delle differenti terapie di matrice cognitivista e degli approcci psicodinamici si ottiene una modalità terapeutica integrata, semplice da praticare e efficace. La pratica terapeutica è collaborativa in quanto coinvolge il paziente in modo molto attivo. Utilizza concetti della teoria dei costrutti personali e applica le “griglie di repertorio” di G. Kelly. Il lavoro terapeutico è focalizzato alla comprensione delle forme di comportamento inadeguato rispetto ai bisogni del paziente. Si tratta di rendere il paziente capace di riconoscere queste forme, capire la loro origine e infine imparare strategie alternative più adeguate.
 

Fototerapia

J. Wiser

Le reazioni delle persone verso cartoline, foto di riviste e le foto scattate da altri, possono fornire chiavi rivelatrici della loro vita interiore e dei loro segreti.
 

Cyberpsychology

W. P. Brinkman

La realtà virtuale prodotta mediante computer può aiutare il paziente a superare le sue fobie e ansie attraverso un fenomeno di desensibilizzazione causato dall’esposizione ripetuta a contenuti di realtà virtuale preparati ad hoc, che evocano analoghe situazioni reali. La forma più sofisticata di realtà virtuale è un video di alta qualità; una forma di qualità intermedia è costituita da una fotografia; quella più semplice da una parola o frase scritta.
 

Programmazione Neuro Linguistica (PNL)

R. Bandler, J. Grinder, J. DeLozier, R. Dilts

Esiste una connessione fra i processi neurologici ("neuro"), il linguaggio ("linguistico") e gli schemi comportamentali appresi con l'esperienza ("programmazione"); tali schemi possono essere organizzati per raggiungere specifici obiettivi nella vita. Obiettivo della psicoterapia è istruire le persone all'autoconsapevolezza e alla comunicazione efficace, e a cambiare in modo più efficace (rispetto alla soddisfazione dei bisogni primari) i propri schemi di comportamento mentale ed emozionale. Questo dovrebbe condurre ad una vita migliore, più completa e più ricca. Gli esseri umani sono letteralmente programmabili. L’uomo è la sola macchina che può auto-programmarsi. La totalità dell’individuo interagisce nelle sue componenti ("linguaggio", "convinzioni" e "fisiologia") nel creare percezioni con determinate caratteristiche qualitative e quantitative: l'interpretazione soggettiva di questa struttura dà significato al mondo. Modificando i significati attraverso una trasformazione della struttura percettiva (detta mappa, cioè l'universo simbolico di riferimento), la persona può intraprendere cambiamenti di atteggiamento e di comportamenti. La percezione del mondo, e di conseguenza la risposta ad esso, possono essere modificate applicando opportune tecniche di cambiamento. [Fonte]
 

Terapia multimodale

A. Lazarus

Gli uomini sono esseri che pensano, provano sentimenti, agiscono, hanno sensazioni, immaginano ed interagiscono. La terapia dovrebbe occuparsi di tutte queste "modalità", rappresentate dai concetti di comportamento, affetto, sensazione, immaginazione, cognizione, relazioni interpersonali e fattori biologici / fisici / farmacologici / droghe. Gli strumenti specifici della psicodiagnosi multimodale sono: l'Intervista, il Multimodal Life History Inventory (questionario multimodale sulla storia di vita), i Profili di Modalità, i Profili Strutturali e il Tracking. Lo psicologo deve valutare attentamente il comportamento del paziente in ciascuna delle sette dimensioni sopra menzionate. L'utilizzo di strumenti clinici semplici ed originali (intervista, osservazione clinica, questionari...) fa sì che la fase dell'esplorazione sia già orientata in modo pragmatico verso la psicoterapia e permette allo psicologo di valorizzare le risorse del paziente.
 

Terapia dell’umorismo, terapia della risata (Humor Therapy, Laughter Therapy)

B. L. Seaward, N. Cousins

L’umorismo può aiutare ad alleviare lo stress associato alle malattie. Serve come tattica diversiva e come strumento terapeutico per disagi come la depressione, e per il fronteggiamento (confronting). L'umorismo è anche un rimedio naturale per i caregiver che cercano di gestire lo stress e le sfide della propria occupazione.
 

Terapia della realtà

W. Glasser

Gli esseri umani hanno quattro bisogni psicologici fondamentali (oltre a quello della immediata sopravvivenza): (1) il più importante è quello di amare ed essere amato da un'altra persona o gruppo, per avere un senso di appartenenza; (2) il bisogno di acquisire potere attraverso l'apprendimento, il raggiungimento di obiettivi, il sentirsi utili e degni, vincere ed essere competente; (3) il bisogno di libertà, che include l'indipendenza e l'autonomia, esercitando al tempo stesso la responsabilità personale; (4) il bisogno di divertimento, godimento, rilassamento, che sono anche importanti per la salute fisica. Gli esseri umani sono costantemente alla ricerca della soddisfazione di tali bisogni, che deve essere bilanciata e completa affinché una persona sia sana ed efficiente. La terapia della realtà afferma l'importanza della scelta e del cambiamento, nella convinzione che sebbene l'uomo sia spesso un prodotto del suo passato, esso non deve restarne ostaggio per sempre. La "responsabilità" è il concetto chiave della terapia della realtà, che preferisce sostituire il termine "irresponsabilità" a quello di "malattia o disagio psichico". L'uomo sano è colui che sa gestire in modo consapevole e responsabile la soddisfazione dei propri bisogni. Il compito del terapeuta è quello di aiutare il paziente a diventare più forte in modo tale da sostenere il dolore necessario di una vita piena, nonché di godere i premi di una esistenza profondamente responsabile, che gli consente di dare e ricevere amore. Altra caratteristica della terapia della realtà è la focalizzazione sul presente anziché sul passato, anche perché la responsabilità che si vuole stabilire non riguarda il passato ma il presente e il futuro.
 

Teoria della motivazione (gerarchia dei bisogni)

A. H. Maslow

Ci sono bisogni più forti di altri e la cui insoddisfazione rende gli altri trascurabili. Sono i bisogni insoddisfatti che motivano l’uomo, non quelli soddisfatti. Un bisogno soddisfatto non è motivante. Ai fini pratici, è come se non esistesse più. L’insoddisfazione di bisogni primari può causare comportamenti neurotici e lo sviluppo di bisogni compensativi. Un particolare atto di un individuo può essere spiegato (ma non sempre) come tattica per la soddisfazione di uno o più bisogni di diverso tipo. I desideri consci di ogni giorno debbono essere considerati sintomi e indicatori superficiali di bisogni più profondi e importanti. Qualunque teoria sulla genesi delle psicopatologie deve essere basata su una teoria della motivazione. Un conflitto o una frustrazione non sono necessariamente patogenici. Lo diventano solo se minacciano o sopprimono dei bisogni primari, o bisogni secondari strettamente correlati con dei bisogni primari. Una persona sana è motivata principalmente dal suo bisogno di sviluppare e realizzare il suo pieno potenziale e le sue capacità. Se ha altri bisogni insoddisfatti in modo acuto o cronico, allora dobbiamo considerala malata. L’uomo è un animale che cerca continuamente di soddisfare i suoi bisogni, alcuni dei quali sono simili a quelli di altri animali, altri sono esclusivamente umani. Qualunque ostacolo alla soddisfazione dei bisogni di un individuo, costituisce per esso un problema da risolvere ed una minaccia per la sua salute mentale.
 

Blog Therapy

M. Boniel-Nissim, A. Barak

Tenere un blog può essere efficace per alleviare l’ansia sociale, ancor più che un diario tradizionale. Descrivere le proprie difficoltà e permettere ad altri di leggerle e commentarle può avere un benefico effetto sull’umore. [Fonte] Attraverso il blog il paziente può esprimere i propri bisogni e sentimenti su cui lavorare in sede psicoterapeutica.
 

Terapia di esposizione (desensibilizzazione sistematica)

J. Wolpe, G. Taylor

Il terapeuta e il paziente identificano le cognizioni, emozioni, ed eccitamenti fisici che accompagnano uno stimolo che induce paura, nel tentativo di neutralizzare tale risposta, mediante esposizione a stimoli progressivamente sempre più intensi, finché non si raggiunge un cambiamento stabile della risposta, senza più paura. Il paziente viene esposto alla situazione temuta (in situazioni reali, virtuali o immaginarie), e lo stimolo graduale e progressivo fa sì che il paziente impari a controllare i propri timori. L’esposizione si ferma quando il paziente non può controllare la sua ansia e si riprende quando si è tranquillizato. Pian piano riesce a resistere per periodi più lunghi e perde la paura.
 

Autonomia funzionale dei bisogni

G. W. Allport

Un’attività intrapresa per una ragione può, nel tempo, diventare fine a se stessa, acquisendo un valore autonomo, del tutto indipendente dal bisogno originale. Nei primi mesi di vita la motivazione è l’espressione dei processi biologici regolati dal principio della riduzione della tensione: il bambino è motivato dal bisogno di ridurre o eliminare il dolore e di mantenere o realizzare uno stato di piacere. L’autonomia funzionale dei bisogni è connessa strettamente alle funzioni del Proprio, che permettono di sostenere e perpetuare una certa attività fisica fino a farla diventare uno scopo in sé che prescinde dalle situazioni e dai condizionamenti originari. [Fonte]
 

Teoria della comunicazione non violenta (NVC - Nonviolent Communication)

M. Rosenberg

La teoria della comunicazione non violenta (NVC) si basa sull’idea che tutti gli esseri umani hanno capacità di comprensione ed empatia, e ricorrono alla violenza e a comportamenti che danneggiano od offendono gli altri solo se non trovano strategie più efficaci per soddisfare i propri bisogni. Le abitudini a pensare e parlare che conducono all'uso della violenza (fisica e psicologica) si imparano attraverso la cultura. La NVC suppone che tutto il comportamento umano deriva da tentativi di soddisfare bisogni umani universali, e che questi bisogni non sono mai in conflitto in quanto tali. Piuttosto, i conflitti nascono quando le strategie per soddisfarli collidono. La NVC propone che, se le persone possono identificare i loro bisogni, i bisogni degli altri e i sentimenti associati a tali bisogni, si può raggiungere l'armonia. I principi fondamentali della NVC possono essere riassunti come segue:
  • tutti gli esseri umani hanno gli stessi bisogni
  • la terra offre risorse sufficienti per soddisfare i bisogni primari di ognuno
  • tutte le azioni umane sono tentativi di soddisfare dei bisogni
  • i sentimenti sono indicatori del grado di soddisfazione di bisogni
  • tutti gli esseri umani sono capaci di comprensione ed empatia
  • gli esseri umani hanno piacere nel dare
  • gli esseri umani soddisfano i loro bisogni attraverso relazioni di interdipendenza
  • gli esseri umani possono cambiare
  • ogni essere umano può scegliere di cambiare
  • il cammino più diretto verso la pace è attraverso la connessione con se stessi
 

Psicoterapia integrata / eclettica

J. C. Norcross, M. R. Goldfried, K. Wilber, M. D. Forman S. Palmer, R. Woolfe

Molti studi comparativi di interventi psicoterapeutici secondo modelli diversi non hanno trovato differenze significative nella loro efficacia. Esistono infatti fattori essenziali per il successo di una psicoterapia, che sono comuni a diversi orientamenti psicoterapeutici. Ci sono differenze teoriche tra i vari indirizzi che possono essere integrate in una teoria più grande, in quanto tutti validi e non incompatibili tra loro. A seconda del tipo di disagio mentale, una teoria può essere più efficace di un’altra. La Psicologia dei bisogni offre un quadro di riferimento generale compatibile con la maggior parte delle teorie psicologiche e psicoterapeutiche conosciute. Il terapeuta ha il compito di scegliere e applicarne una, o una combinazione di esse, adeguata al caso in trattamento, insieme con i principi e i metodi specifici della Psicologia dei bisogni
 

Psicoterapia comparata

L. Luborsky, J. Frank

Appositi test hanno dimostrato che quasi tutti i tipi di psicoterapia sono ugualmente efficaci, lasciando pensare che ciò che “guarisce” non sia una particolare tecnica terapeutica o principio teorico-scientifico, ma il supporto morale offerto dal terapeuta che incoraggia il paziente a confrontarsi con i suoi problemi e a cambiare qualcosa di sé, e/o un effetto placebo per cui il paziente si convince che il terapeuta o la terapia lo aiuterà a guarire.