Io suppongo che gli esseri umani abbiano un forte bisogno innato di condividere idee, esperienze, conoscenze, credenze, narrazioni, motivazioni, sentimenti, oggetti, strumenti, spazi e tempi ecc. Insomma, tutto ciò che è per loro utile e/o importante.
Il bisogno di condivisione è profondo e spesso inconscio, nascosto. L’uomo fa tantissime cose allo scopo di soddisfare il suo bisogno di condivisione, illudendosi di avere altri motivi, come se il bisogno di condivisione non abbia una sua sufficiente dignità e giustificazione.
Se io chiedo a qualcuno il perché di una sua certa abituale attività sociale lui mi risponde probabilmente che fa quelle cose perché gli piace farle, o perché è interessato ai contenuti di quel tipo di attività. Ma queste non sono le vere ragioni, cioè le ragioni “prime”.
Infatti se io chiedo a quella persona perché quella particolare attività sociale gli piace o perché è interessato ad essa, forse non saprà dire altro che “mi piace perché mi piace” o “mi interessa perché mi interessa”. Ebbene, io credo che le attività sociali ci piacciono e ci interessano nella misura in cui ci permettono di condividere con altri cose che ci stanno a cuore, oppure cose qualsiasi, purché siano condivisibili. Perché condividere qualcosa è un modo per stare insieme, per entrare in relazione, per interagire, per far parte di una comunità, che è la cosa che più ci piace e ci interessa.
Perciò, se non riuscite a capire perché certe persone fanno certe cose insieme ad altri, probabilmente il motivo è che desiderano condividere qualcosa con gli altri per unirsi a loro, e quell’attività è un buon pretesto, una buona giustificazione. Insomma, si tratta di condividere per interagire, e di interagire per appartenere, non importa cosa venga condiviso, anche cose senza senso, purché vi sia condivisione.
Mi sembra impossibile capire molte attività sociali senza questa chiave di comprensione: condividere per appartenere.