Resistenze al cambiamento — la paura di cambiare

“L’unico modo per cambiare le nostre vite è cambiare le nostre menti.” (Ross Cooper)

“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.” (Winston Churchill)

“Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa costruisci un modello che renda la realtà obsoleta.” (Richard Fuller)

 

Chi decide di intraprendere una psicoterapia deve sapere che lo scopo di essa non è solo quello di capire qualcosa che non si riusciva a capire o vedere ciò che non si riusciva a vedere, ma soprattutto cambiare qualcosa della propria persona, dei propri rapporti con gli altri, del proprio ambiente, per rendere tutte queste cose più adatte alla soddisfazione dei propri bisogni primari e, possibilmente, anche di quelli altrui.

La psicoterapia è un cammino difficile soprattutto a causa di forze interne ed esterne che possono opporsi al cambiamento del paziente.

Le più importanti forze interne, quasi sempre inconsce, che si oppongono al cambiamento sono:

  • la paura di cambiare abitudini
  • la paura che il proprio cambiamento non venga approvato o accettato dalla comunità o dalle persone significative della propria vita
  • la paura di non essere più riconosciuto
  • la paura di non riconoscersi, di diventare un altro, di non avere più una personalità ben definita e stabile
  • la paura dell’ignoto
  • la paura del nuovo

Queste paure, che possiamo riassumere in un’unica, generica paura di cambiare,  costituiscono delle “autocensure”. Esse agiscono in modo inconsapevole impedendoci di prendere in considerazione tutto ciò che potrebbe minacciare la stabilità della personalità, compreso ogni possibile cambiamento, anche se migliorativo.

Per quanto riguarda gli ostacoli esterni che si oppongono al cambiamento, ci possono essere partner, parenti, amici, collaboratori ecc. che non vedono con favore un aumento dell’indipendenza, autostima, sicurezza e autocontrollo del paziente, in quanto questi miglioramenti potrebbero indurlo a stabilire nuovi rapporti sociali preferibili rispetto a quelli correnti. Infatti, spesso il successo di una psicoterapia comporta un cambiamento nei rapporti di forza e di dipendenza tra le persone coinvolte, ed essere fonte di scontento, gelosia o invidia da parte di qualcuno.

Per quanto detto, durante il processo psicoterapico è importante che il paziente non perda mai la consapevolezza dell’esistenza delle resistenze interne ed esterne al cambiamento, e si confronti con esse, e con la generica paura di cambiare, in quanto costituiscono continui tentativi di boicottaggio, disfattismo e scoraggiamento della terapia, a volte anche utilizzando le armi dei disturbi psicosomatici.

Seguono una serie di consigli che il terapeuta può dare al paziente per facilitare il suo cambiamento:

  • Entrare in nuove comunità, gruppi o partenariati più “sani” e più rispondenti ai propri bisogni fondamentali, e lasciandosi influenzare positivamente dai gruppi stessi
  • Parlare con persone con cui non si è mai parlato
  • Smettere di cercare di essere ciò che non si è e cercare di diventare ciò che si è
  • Leggere, guardare e imparare cose nuove, cercando di collegarle tra loro in modi nuovi
  • Visitare posti che non si sono mai visitati
  • Fare cose mai fatte o ritenute impossibili
  • Pensare a cose a cui non si è mai pensato
  • Cercare in ogni cosa qualcosa di utile, piacevole ed istruttivo
  • Cercare di avere una visione globale, completa e interconnessa del mondo e di se stessi
  • Cercare di superare pregiudizi e presentimenti
  • Esercitarsi a giocare con il caso e ad improvvisare
  • Capire che cambiare è possibile, se lo si vuole e si trova il coraggio di farlo. L’importante è non avere limiti o inibizioni irragionevoli al cambiamento

Prossima sezione: Il bisogno di riconoscimento e come soddisfarlo