Sul bisogno di riconoscimento positivo

Ogni umano ha bisogno di essere riconosciuto positivamente da altri umani, cioè di ricevere dimostrazioni di rispetto, attenzione, stima, valore, capacità, affetto, amore, interesse a cooperare, ecc.

In altre parole, ogni umano ha bisogno di sentirsi dire da un certo numero di altri: tu sei ok, tu mi piaci, ti stimo, e desidero cooperare con te, cioè stabilire con te una relazione per una reciproca soddisfazione di bisogni e/o desideri, per fare cose utili e/o piacevoli che da soli non potremmo fare, per completarci e aiutarci a vicenda.

Si tratta di un bisogno geneticamente determinato e ineludibile, dovuto all’interdipendenza degli esseri umani.

Una prolungata insoddisfazione di tale bisogno può causare sofferenze e disturbi mentali, nel senso che può indurre l’individuo a stabilire con gli altri rapporti dolorosi, improduttivi e/o violenti, o indurlo a isolarsi, rendendo sempre più difficile o impossibile la soddisfazione di ogni altro suo bisogno.

Un grande problema relativo al bisogno di riconoscimento positivo è il fatto che esso non è né un diritto né un dovere, ma è condizionato al gradimento del riconosciuto agli occhi del riconoscitore. In altre parole, per essere riconosciuto positivamente, un individuo deve “essere” o comportarsi come il riconoscitore desidera e si aspetta.

Il riconoscimento positivo ha dunque un prezzo, che alcuni potrebbero non essere disposti a pagare, tanto da rinunciare al riconoscimento stesso, e a mettersi in una posizione asociale o isolata rispetto agli altri.