“Diffidate delle azioni apparentemente più generose e disinteressate. Se non sono motivate dalla ricerca del potere, allora lo sono dal benessere che procurano a colui che le realizza, o dall’essere conforme all’immagine ideale che egli ha di se stesso, nel quadro culturale in cui è cresciuto.” (Henri Laborit)
In ogni insegnamento si nasconde un conflitto di interessi. Il prete, il filosofo, lo psicologo, il maestro, il politico, il genitore e chiunque cerchi di insegnare ad altri la propria visione del mondo, ne trae sempre un vantaggio perché in quella visione la sua persona ha normalmente un ruolo buono, giusto, utile e soprattutto degno e meritevole di un certo potere o privilegio sugli altri. Difficilmente qualcuno insegna una visione in cui la propria persona risulti inutile, colpevole, indegna, spregevole, miserabile, falsa o insignificante.
Di conseguenza, quando ascoltiamo o leggiamo qualcuno, non dimentichiamo mai che quella persona è in conflitto di interessi e quello che dice non può essere obiettivo né imparziale. Ognuno cerca implicitamente e indirettamente di convincere gli altri (e se stesso) di essere buono e giusto, e la verità che cerca di affermare è sempre coerente con tale presunzione fondamentale.
Non so quali siano i veri motivi che mi hanno spinto a scrivere queste pagine (vedi Chi sono e perché questo sito), ma potete esser certi che l’ho fatto per soddisfare qualche mio bisogno. Spero solo che possa aiutare chi mi legge a soddisfarne qualcuno dei suoi.
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