Metodologia e opzioni nella psicoterapia incentrata sui bisogni

“Lo psichiatra è un tizio che vi fa un sacco di domande costose che vostra moglie vi fa gratis.“ (Woody Allen)

Vediamo come potrebbe svolgersi una psicoterapia in cui si applicano i principi della Psicologia 1949, con o senza l’aiuto di informazioni scritte o registrate.

Prima di iniziare la terapia, il terapeuta descrive al paziente gli orientamenti psicologici al quale si ispira, tra i quali la “Psicologia 1949”, fornendogli riferimenti bibliografici e link web nel caso desideri approfondire la conoscenza degli orientamenti stessi. Inoltre il terapeuta spiega al paziente che, se lo desidera, potrà far uso di scritti e/o fotografie (prodotti dal paziente o provenienti da altre fonti) su carta o mediante un computer, al fine dir rendere la psicoterapia più rapida, efficiente e ridurre i rischi di ricadute. Il paziente sceglie una delle seguenti opzioni:

  1. non usare scritti o fotografie
  2. usare scritti e/o fotografie su supporto cartaceo
  3. usare un computer per registrare e visualizzare scritti e/o fotografie

La terapia ha quindi inizio. Durante tutta la sua durata, in tutti e tre i casi il terapeuta esorta frequentemente il paziente a individuare i bisogni insoddisfatti e le paure suoi e delle  persone per lui significative, cioè importanti, nel bene e/o nel male. Tra le persone più significative di un paziente ci sono normalmente i genitori, gli educatori (insegnanti, sacerdoti, parenti e compagni influenti ecc.) i partner coniugali, preconiugali o extraconiugali, gli amici ecc.

Per l’individuazione dei bisogni insoddisfatti, può essere necessario, per il soggetto, rievocare esperienze significative del passato, specialmente se dolorose, e parlare dei suoi problemi significativi attuali.

Per facilitare l’individuazione dei bisogni insoddisfatti il terapeuta mostra al paziente  il Repertorio dei bisogni e il Repertorio delle paure. Inoltre, nei casi B e C il terapeuta può:

Il paziente acquista consapevolezza dei suoi bisogni insoddisfatti e della sue paure: nel caso A senza l’ausilio di alcuno strumento oltre la sua memoria, nel caso B mediante annotazioni su carta (le risposte ai questionari)  e, nel caso C, usando il computer.

In tutti e tre i casi, una volta che il paziente è divenuto consapevole dei bisogni insoddisfatti propri e altrui, il terapeuta lo esorta a riflettere sulla loro compatibilità e convergenza interna ed esterna, visualizzando insieme, cioè sinotticamente, tali bisogni. Nel caso A la visualizzazione avviene solo nel pensiero mediante uno sforzo di raffigurazione mentale (pertanto molto difficilmente può essere sinottica); nel caso B accostando in una stesso spazio cartaceo frasi che descrivono i bisogni interessati e, nel caso C, accostando in una stessa “finestra” dello schermo del computer gli evocatori dei bisogni stessi.

La visione sinottica dei bisogni insoddisfatti e delle paure del paziente, con i loro conflitti e le loro incompatibilità, ha un effetto terapeutico, Essa costituisce l’attività principale della “fase correttiva” descritta nella sezione “Disagio mentale e psicoterapia”). Il paziente in questa fase diventa gradualmente capace di “gestire” razionalmente i suoi bisogni e le sue paure, revocandoli tutte le volte che lo ritiene utile, con difficoltà decrescente nei casi A, B e C.

Nel corso delle successive sedute e anche al di fuori di esse, con la supervisione progressivamente meno intensa del terapeuta, il paziente continua ad allenarsi al fronteggiamento (“confronting” e “coping”) e alla visione sinottica dei suoi bisogni critici, ad accettarne la realtà, a considerare razionalmente il loro antagonismo e le rispettive forze, a mettere in discussione la loro utilità e il suo comportamento attuale. Tutto ciò è possibile grazie al fatto che i bisogni insoddisfatti inconsci sono divenuti ormai consci e in quanto tali possono essere “gestiti” razionalmente fino a quando il processo di correzione o rieducazione degli agenti inconsci non avrà raggiunto risultati soddisfacenti e si potrà quindi dire che la terapia ha avuto successo.

Nella tabella seguente sono messi a confronto vantaggi e svantaggi dei casi A, B e C.

Caso Vantaggi Svantaggi
A
Terapia senza alcun uso di evocatori esterni (scritti o fotografie)
Nessun problema di riservatezza Scarsa efficienza e lunga durata del processo terapeutico a causa della difficoltà per il paziente di rievocare i propri bisogni critici e le proprie paure (spesso inconsci e autocensurati) senza l’aiuto di evocatori esterni.
B
Terapia con uso (da parte del paziente) di evocatori esterni su supporto cartaceo
Efficienza elevata e durata ridotta del processo terapeutico grazie alla possibilità per il l paziente di annotare e rievocare i propri bisogni critici e ogni altra informazione significativa.
Il paziente può continuare la terapia anche al di fuori dello studio del terapeuta e anche dopo la fine della terapia convenzionale, per prevenire ricadute.
Problemi di riservatezza: qualcuno (familiari  ecc.) potrebbe vedere gli evocatori esterni  usati durante la terapia.

Le sessioni psicoterapeutiche possono avvenire solo presso lo studio del psicoterapeuta.

C
Terapia con uso (da parte del paziente) di un computer con un’applicazione web per registrare e visualizzare gli evocatori esterni
Massima efficienza e durata minima del processo terapeutico grazie alla grande facilità con cui il paziente può annotare e rievocare i propri bisogni critici e ogni altra informazione significativa per la terapia.

Nessun problema di riservatezza grazie al fatto che le informazioni usate nella terapia risiedono in forma anonima in un computer condiviso connesso via internet e sono protette da password.

Il paziente può continuare la terapia anche al di fuori dello studio del terapeuta e anche dopo la fine della terapia convenzionale, per prevenire ricadute.

Le sessioni psicoterapiche possono avvenire sia presso lo studio del terapeuta, sia a distanza.

Occorre un computer,  un accesso ad Internet ed un minimo di istruzioni per l’uso dell’applicazione. Molte persone, specialmente quelle anziane, hanno un’idiosincrasia verso i computer e preferiscono evitarli.

Vedi anche:
Disagio mentale e psicoterapia.
Uso dell’informazione registrata, in psicoterapia
Psicoterapia sinottica


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